Sempre più aziende giungono alla decisione strategica di passare da infrastrutture IT locali a remote. Questa decisione semplifica diversi processi: aggiornamento tecnologico, potenziamento, ottimizzazione dei costi di gestione del personale informatico o di acquisizione dell’hardware, riduzione del rischio da cyber attacchi e così via. Tuttavia, troppo spesso, tale processo di esternalizzazione viene percepito dalla Direzione aziendale come rischioso, a causa della frammentazione dei server virtuali (VPS) su diversi cloud provider, oppure, a causa della concentrazione di VPS su un unico provider che però non fornisce adeguati strumenti di controllo. Come affrontare questo dilemma correttamente? Cerchiamo di chiarire alcuni punti fondamentali.

VPS e VDC sono in qualche correlati fra loro, ma hanno diversi scopi. In entrambi i casi si parla di uno o più server virtuali, sicuri, scalabili e adatti a soddisfare le esigenze di crescita delle aziende. Vediamo nella “portata” il dettaglio di ciò che offrono. Un VPS può essere utilizzato per una enorme varietà di scopi, praticamente nessuna differenza con il classico server fisico installato nella sala CED aziendale, anzi, a differenza di un server fisico, un VPS può essere, ad esempio:

– potenziato in pochissimo tempo
– spostato da un luogo fisico ad un altro in pochi minuti
– clonato in tante copie identiche a fini di backup o di test

sono solo tre esempi ma tutto questo può essere fatto senza alcun intervento manuale se non con pochi clock del mouse. Con un VPS l’azienda può utilizzare al meglio le sue risorse senza dover acquistare nuovo hardware, specie se il nuovo hardware obbliga a dover ammodernare anche la sala CED (nuove infrastrutture di networking, condizionamento dell’aria più potente, UPS potenziato per il maggior carico elettrico, etc). Quando l’azienda possiede diverse VPS nasce però un problema, il famoso dilemma. Mantenere i VPS su un unico provider? Suddividere i VPS su provider differenti? E la gestione di queste VPS? Servono più sistemisti specializzati nell’uso dei sistemi di gestione VPS dei vari provider? Incertezza sui costi dei servizi di hosting VPS? Tutte queste domande frenano il processo di migrazione dal classico on-premise al cloud (erroneamente percepito a tutt’oggi come il più sicuro).

È qui che arriva il VDC. Immaginiamo un tipico Data Center “fisico”: file di rack pieni di server ed apparati di rete e sicurezza, km di cavi ethernet e fibra ottica, sistemi di sicurezza di vario tipo, condizionatori ridondati, UPS potenti, gruppi di continuità diesel, sala comando (detta NOC) con operatori specializzati nel monitoraggio e manutenzione e tanti altri componenti. Un Data Center è un luogo fisico specificatamente progettato per garantire la continuità operativa di server, applicazioni e servizi. Ma quante aziende possono permettersi il costo di un Data Center interno? Il VDC è la risposta al dilemma. Un VDC replica in tutto e per tutto un Data Center fisico, in un ambiente virtuale. Il VDC è la risposta al dilemma.

Se la tua azienda utilizza più di un VPS e se in ciò che hai letto sin ora hai rivisto le “preoccupazioni” allora dovresti veramente valutare la migrazione ad un VDC. I parametri da considerare nella scelta di un VDC sono tanti, ogni fornitore che offre VDC ne propone alcuni. Di seguito ne evidenziamo alcuni, che noi consideriamo fondamentali:

– Cloud Privato
A differenza dei VDC in cloud pubblico, un VDC Privato offre diversi vantaggi, uno tra tutti la maggior sicurezza da cyber attacchi
– Soluzione personalizzabile
Il fornitore di VDC deve poter garantire l’erogazione di servizi profilati per il cliente, in modo da soddisfare tutte le specifiche esigenze dell’azienda
– Controllo completo
Il VDC deve poter abilitare l’azienda ad un livello di controllo superiore eliminando gli oneri di gestione delle infrastrutture. All’azienda resta la sola gestione di ciò che ha più valore, i propri dati.
– Costi trasparenti
I servizi cloud spesso vengono venduti con formule poco chiare, attraverso modelli di costing complessi e non del tutto trasparenti. Un VDC con modello di costing pay-per-use con costi basati sulle sole risorse base impiegate (cpu, ram, storage) e senza nessuna altra metrica (IOPS su storage, mbit/s di traffico transitato, etc) da garanzia assoluta di trasparenza e certezza dei costi
– Protezione dei dati e luogo di conservazione
Il provider spesso eroga servizi cloud, anche privati, ma non garantisce il luogo fisico dove i dati dell’azienda vengono ospitati. Molti provider lavorano su circuiti di Data Center europei o mondiali, a volte non possedendo nemmeno le infrastrutture, ed offrono hosting VPS e VDC a prezzi bassi ma senza alcun controllo su dove finiscono i dati dell’azienda cliente.
– Service Level Agreement
Il livello di servizio, ovvero la rapidità con la quale il fornitore risponde ad eventuali richieste dell’azienda è un fattore importantissimo nella scelta del provider, specialmente se l’azienda decide di esternalizzare anche la gestione dei propri VPS all’interno del VDC o di tutto il VDC, in questo caso parliamo di full managed VDC.
– Politiche di backup, business continuity e disaster recovery
I VDC offrono protezioni da perdita di dati e da attacchi informatici di vario tipo, tantissime soluzioni ognuna più o meno adatta alle esigenze della propria azienda. In questo caso il provider non deve solo offrire servizi, ma consulenza e soluzioni, basate sulla comprensione delle esigenze specifiche del Cliente.
– Scalabilità
Un VDC è per sua natura scalabile. Sempre e su tutte le sue risorse.
– Garanzia di uptime
Un VDC, al pari di un VPS, può essere migrato o replicato da un Data Center fisico ad un altro. Ciò abbatte completamente il rischio di affidabilità del Data Center fisico del provider. Un VDC, se ben configurato, da garanzia di continuità operativa e di disaster recovery come nessun singolo Data Center fisico può fare.

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