“You may think that times of trouble would be the worse time for any company to buttress their project management competence, but the opposite is true”. Sono le parole dell’articolo manifesto (“Improving project management capability separates the wheat from the chaff”) di Jennifer Buchanan, project manager di Sobeys, la seconda azienda al dettaglio più grande nel Canada, che ben si adattano al processo di trasformazione di una PMI verso l’ITaaS (IT as a Service).
Come nel manifesto di Buchanan si potrebbe in effetti pensare che, in tempi di difficoltà, basare l’intera organizzazione aziendale su un nuovo paradigma di erogazione dei servizi sia una ulteriore complicazione, ma è vero il contrario.
Il concetto di base è quello di prendere l’infrastruttura IT e migrarla non solo verso il cloud, che non è in sé una strategia di crescita, ma in un circolo virtuoso di miglioramento più ampio che tenga conto di alcune fondamentali variabili, come la definizione della politica commerciale e degli obiettivi dell’azienda, l’identificazione delle opportunità di mercato, la definizione delle politiche di implementazione, recovery, ecc… La migrazione all’IT as a service richiede cambiamenti fondamentali nei metodi interni per la creazione, il finanziamento e l’erogazione di servizi IT, ma ciò che lo contraddistingue è che permette al reparto IT di un’azienda di funzionare con le precise risorse necessarie, ma non solo.
Proprio in progetti di migrazione verso l’ITaaS per i propri clienti si è specializzata negli ultimi anni Exe.it, l’azienda di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, che dal 1988 opera con successo nel settore dell’Information Technology. “Il modello IT as a service offre la possibilità di calibrare il servizio alle esigenze specifiche della società, anche di piccola dimensione, grazie ad un principio di scalabilità che permette alla soluzione di crescere e adattarsi secondo la domanda, con conseguente definizione e pianificazione del valore delle risorse IT, grazie ad un canone chiaro e definito, con un ROI in costante aumento e misurabile. Inoltre, l’ITaaS non richiede di stravolgere né di imparare nuovi processi, se non alcuni standard di base: questo è un vantaggio per il team IT ma anche per tutte le altre funzioni aziendali.
Ultimo, ma non per ultimo: la razionalizzazione delle risorse IT significa anche una riduzione dei costi operativi e una maggiore efficienza”, spiegano da Exe.it. “I nostri clienti hanno particolarmente apprezzato, fra i vari benefici sopra indicati, anche la modularità del servizio che trasforma tutti i costi legati ai sistemi informatici aziendali in unico canone mensile, aggiungendo due valori fondamentali alle esigenze dei clienti in un’ottica di scalabilità, trasparenza e strategia a lungo termine: un’architettura aziendale integrata e la possibilità di programmazione degli investimenti IT.
Le aziende che hanno già effettuato il passaggio verso l’ITaaS, confermano che si tratta di un processo che richiede attenzione e dedizione, anche se relativamente agevole, poiché nelle prime fasi si tende ad a.ancarlo ai precedenti sistemi, in modo da renderlo meno ‘traumatico’ anche per coloro che sono più resistenti al cambiamento”, concludono dall’azienda di Castel San Pietro.
Per maggiori informazioni: http://exe.it/fulloutsourcing/