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Virtualizzazione, iperconvergenza e infrastrutture disaggregate

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Virtualizzazione, iperconvergenza e infrastrutture disaggregate

Negli ultimi 5 anni il mercato dell’IT ha registrato una crescita constante, inarrestabile. Oggi, fattori come la velocità dell’approvvigionamento di risorse informatiche (computazionali, storage, etc), velocità di adattamento alle più disparate necessità delle aziende e a modelli di business variegati e complessi, sono imprescindibili, così come lo sono sempre stati la sicurezza informatica, le performance ed il costo dei servizi. Oggi le infrastrutture devono essere agili, si potrebbe quasi utilizzare il termine “fluide”.

La trasformazione tecnologica ha portato i Data Center ad abbandonare le infrastrutture a silos (monolitiche con server, storage e switch) in favore delle “Software-defined” infrastructures (SDI).

Una infrastruttura di tipo SDI permette la gestione di componenti hardware di base astraendone a livello logico il loro ruolo. In questo modo si costruisce uno strato software che rende virtuali le cpu, la ram, lo storage e la connettività. Il primo passo verso le SDI sono stati gli hypervisor che alla fine degli anni 90 hanno rapidamente invaso il mercato IT. La virtualizzazione tradizionale (esempio quella che si ottiene con VMware ESX) tuttavia richiede molta manutenzione da parte di tecnici specializzati, semplificata poi dalla nascita di strumenti di management e orchestrazione dei VPS o VM (Virtual Private Server o Virtual Machine). Il limite della virtualizzazione tradizionale è legato alle possibilità offerte dal produttore dell’hardware oltre che al costo della scalabilità.

Il passo successivo è dato dalla nascita delle infrastrutture convergenti, in grado di semplificare notevolmente sia la gestione sia lo scale-up, tuttavia a discapito dei costi legati dalla necessità di una infrastruttura hardware di base complessa (esempio è la necessità d’implementazione di una Storage Area Network).

Ulteriore evoluzione sono state le HCI, Hyperconverged Infrastructures, che si basano su una componente hardware omnicomprensiva, ovvero server fisici con potenza computazionale, ram, storage e connettività autonome, pronte ad essere virtualizzate ed inserite in un pool di risorse disponibili all’utente. Il grande vantaggio dell’HCI sta nella rapidità con cui è possibile effettuare scale-up del pool di risorse, semplicemente aggiungendo elementi hardware di base ed integrandoli nel substrato di virtualizzazione software.

Ritornando all’affermazione iniziale: oggi le infrastrutture devono essere agili e la risposta è l’infrastruttura componibile. Questo tipo d’infrastrutture riunisce elaborazione, storage e fabric di rete in un’unica piattaforma, simile a un’infrastruttura convergente o iperconvergente. Integra inoltre un’intelligenza definita dal software e un’API unificata per “comporre” questi pool di risorse fluide. Ecco che nasce la Disaggregated/Composable Infrastructure. Anziché essere preconfigurata per un singolo carico di lavoro, come per l’infrastruttura convergente o iperconvergente, l’infrastruttura componibile è riconfigurabile, tramite un’intelligenza definita dal software, per diventare qualsiasi cosa sia necessaria, in questo senso è in realtà l’opposto dell’infrastruttura convergente.

L’infrastruttura componibile è l’ultimo passo nella scala evolutiva dell’elaborazione dati perché consente ai Data Center di creare ed erogare servizi rapidamente riducendo costi operativi e complessità di gestione.

Perché affidarsi a EXE.IT e LenovoTM come unico fornitore di tecnologie per il servizio Virtual Data Center?

LenovoTM Data Center Group ha intrapreso con decisione la strada dello sviluppo di soluzioni Composable/Disaggregated Infrastructure (CDI) per la creazione di infrastrutture di Cloud Ibrido e Privato, ThinkAgile CP è il risultato di grande professionalità ed esperienza che abbiamo adottato con successo nel nostro Data Center 00GATE. LenovoTM con il suo ThinkAgile CP unisce hardware estremamente performante con la robustezza e l’affidabilità di Red Hat Virtualizzation, un modo molto elegante e diretto per rompere le frontiere della virtualizzazione e raggiungere ciò che viene chiamato “Cloud-in-a-box”.

La configurazione, orchestrazione e gestione software-defined di tutto il sistema è demandata al Lenovo Cloud Controller, che risiede in cloud esterno al nostro, per aumentare affidabilità e resilienza: quest’ultimo dialoga con lo stack hardware installato nei Data Center 00GATE, attraverso moduli ad alta disponibilità chiamati “CP Interconnect”. I nodi computazionali risiedono nei Compute Block, server fisici Lenovo ad alte performance con processori Intel Xeon Gold/Platinum. Lo storage è invece contenuto negli Storage Block che integrano, ognuno, 24 SSD NVMe, per una capacità di 38,4 TB per ogni nodo. Completa l’architettura uno switch per la gestione out-of-band dei vari componenti.

Le altissime performance e affidabilità del sistema, uniti all’enorme capacità di scalare dell’infrastruttura hanno eletto LenovoTM Data Center Group come partner tecnologico di 00GATE Green Data Center.